giovedì 4 giugno 2015

Earth & Wildlife: Inquinamento di mari e spiagge monitorato dallo studio "Beach Litter" di Legambiente


Beach Litter è il nome di un'indagine effettuata da Legambiente nell'ambito della campagna Spiagge e fondali puliti - Clean up the Med. Lo studio, volto ad analizzare quantità e tipologie di rifiuti presenti sulle coste, ha coinvolto 29 litorali italiani e 25 spiagge mediterranee all'estero, da Aprile a Maggio. In questo articolo di Smartlife, ci soffermeremo soltanto sulle nostre coste.



I dati emersi dall'indagine, denotano il bisogno di interventi volti anche a conformarsi con i parametri stabiliti dalla direttiva europea "Marine Strategy".La direttiva emanata nel 2008, ha come obbiettivo il raggiungimento (entro il 2020) di uno stato ecologico considerato discreto, sulla base di 11 descrittori qualitativi. Il descrittore 10 si riferisce proprio ai rifiuti analizzati da Beach Litter: «Le proprietà e le quantità di rifiuti marini non provocano danni all'ambiente costiero e marino.»
Per essere in regola con la direttiva quindi è di primaria importanza l'attuazione di politiche volte alla riduzione dei rifiuti marini, e dell'impatto che questi hanno sui delicatissimi ecosistemi.



I rifiuti marini presentano un impatto devastante su molteplici aspetti. Possono compromettere la fauna acquatica, che può restarvi intrappolata o rischiare il soffocamento ingerendo i detriti. Ma hanno un impatto disastroso anche sulle potenzialità turistiche delle diverse aree, e sull'economia dei pescatori dato che gli scarti umani possono provocare ingenti danni alle attrezzature utilizzate.


Le spiagge analizzate in Italia sono situate nelle seguenti località: Genova, Pisa, Orbetello, Roma, Anzio, Pozzuoli, Pontecagnano, Eboli, San Cataldo a Trappeto (Pa), Vittoria e foce dell'Irminio (nel ragusano), Portopalo di Capo Passero, Pachino, Noto, Policoro, Pisticci, Ginosa, Brindisi, Polignano a Mare, Ortona, Ancona, Porto Sant'Elpidio, Fermo, San Benedetto del Tronto, Eraclea, Duino Aurisina.



22.114 rifiuti sono stati rinvenuti durante l'indagine e il 77% presenta una dimensione inferiore ai 25 cm. La media è di ben 17 rifiuti ogni 100 metri quadrati, ben 5 in più rispetto alla stessa indagine effettuata nell'anno precedente. L'80% dei materiali ritrovati è costituito da plastica.


Se escludiamo i frammenti e resti di plastica e di polistirolo fino ai 50 cm (i rifiuti più trovati con il 23,5%), al primo posto della classifica di rifiuti “integri” troviamo le bottiglie di plastica (10,3%), seguite da tappi e coperchi al 6,9%. Nasse, reti, strumenti da pesca e cassette per il pesce sono al terzo posto della classifica con 6,5%. I mozziconi di sigaretta sono al quarto posto con il 5,4%, residuo di circa 60 pacchetti di sigarette. I rifiuti da mancata depurazione si collocano al quinto posto (4,9%) della classifica del rifiuto più frequente in spiaggia. Sono stati contati oltre 1000 oggetti tra cotton fioc (in primis), assorbenti, preservativi, blister, cateteri vescicali e, addirittura diversi deodoranti da wc. L’83% di questi rifiuti è stato registrato nelle spiagge a meno di 1 km dalla foce di un corso d’acqua o molto prossime a scarichi o fossi. Si è registrata una crescita percentuale del 4% rispetto all'anno precedente.



Per chi volesse scaricare il report completo dell'indagine, può farlo dal sito ufficiale di Legambiente.

LF


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