sabato 18 luglio 2015

Vi racconto una storia: Un libro magico - Federica Francesca Luparello (Parte 2)


CONCORSO VI RACCONTO UNA STORIA
AUTORE/AUTRICE: F.F. LUPARELLO
TITOLO: UN LIBRO MAGICO

E cominciò a rovistare nella mia valigia e ne tirò fuori la vecchia foto dei miei genitori. Ma come non
pensarci prima! Loro in quella foto si trovavano proprio davanti una cascata ed ecco perché chiamarle
“cascate di un amore”, girai la foto e lessi quella frase già letta milioni di volte: Annabelle ed Abe per
sempre <3 19/09/1990 Cristal Park. Ecco dove dovevamo andare. Per fortuna nostra al contrario di me che
ero sempre rintanata nelle mie librerie Gabriel viaggiava molto ed era già stato in quel parco, quindi
salimmo subito in macchina e partimmo per salvare il libro. Dopo due ore eravamo davanti l’enorme
cancello verde del parco e ci sovrasta la scritta “Cristal Park”, non era poi così lontano quel posto. Gabriel
mi spiegava che l’attrazione principale di quel luogo erano proprio le cascate e che quindi proprio davanti a
esse avremmo trovato tantissima gente ad ammirarle e per questo ci saremmo dovuti nascondere
aspettare la chiusura e agire di notte. Altra attesa che di certo non mi aiutava. Rimasi tutto il giorno a
fissare l’acqua della cascata che scendeva leggera e allo stesso tempo potente sulle le rocce sottostanti
creando una soffice schiuma bianca e ad immaginare i miei genitori insieme a guardare lo stesso spettacolo
nei primi giorni del loro amore, felici e spensierati senza sapere cosa sarebbe accaduto di li a poco. Non li
ricordavo ma mi mancavano li avrei voluti a fianco in questo momento. Aver ascoltato la voce di mia madre
che veniva da dentro di me era stata una bella emozione, avrei conservato quell’unico ricordo gelosamente
e per sempre. Gabriel stava al mio fianco senza parlare, sapeva sicuramente che stavo pensando a loro e
come affrontare l’incombente e non voleva disturbare. Il cielo inizia a diventare di un blu sempre più scuro
e Gabriel mi fece segnale di trovare un nascondiglio, ci guardammo in giro, c’erano tantissimi posti ma
nessuno di loro sembrava in grado di renderci invisibili al guardiano che sarebbe passato a controllare che
non c’era più nessun visitatore prima di chiudere. Poi finalmente trovammo una piccola porticina aperta
sotto una giostra rosso scarlatto con dei cavallini colorati che portava agli ingranaggi, era un po’ stretto ma
ci entravano. Rimanemmo li rannicchiati per un bel po’ fino a quando non sentimmo all’esterno il silenzio
assoluto. Uscimmo dal quel posto angusto e ci incamminammo di nuovo verso le cascate un po’ doloranti.




Le cascate al buio non facevano lo stesso effetto di prima, adesso facevano un po’ paura a guardarle li
imponenti, alte e forti. Bastò uno sguardo e cominciammo a cercare, Gabriel mi aveva dato una delle due
torce che aveva portato, si era attrezzato anche per la ricerca rubando dalle scorte dei suoi genitori.
Guardammo ovunque, sotto i massi, nei buchi tra le rocce, tra i cespugli ma niente nessuna traccia. Ma
dove diavolo era quel libro? Ripetevo le parole di mia madre tra me e me per cercare di risolvere l’enigma e
poi ci arrivai, ma certo.. “ sotto le cascate di un amore” sotto! Quella era la parola chiave, dovevamo
passare sotto l’acqua della cascata e cercare nella caverna alle sue spalle. Spiegai la mia idea a Gabriel e ci
facemmo una bella doccia ghiacciata per raggiungere la buia e umida caverna. A quel punto non fu difficile
trovare il libro, era di fronte a noi poggiato su un leggio in legno ma molto antico e pregiato. Mi avvicinai
con cautela ma ad un certo punto non riuscii più ad andare avanti, si era creata una barriera all’improvviso
tra noi e il volume. Gabriel capì che era colpa sua, nonostante le sue buone intenzioni il libro lo aveva
riconosciuto come nemico così indietreggio e io avanzai sola. Lo illuminai con la torcia, aveva la copertina in
pelle decorata con della stoffa color smeraldo e delle lettere ricamante in oro dicevano “Il mondo, la vita”.
Lo aprii delicatamente e annusai le sue pagine, che buon odore, accarezzai la carta, sentivo il suo potere, lo
dovevo proteggere ad ogni costo. I miei pensieri furono interrotti da un rumore forte, un lamento e un
tonfo. Quei due pur di avere il libro erano persino arrivati a colpire il loro proprio figlio. Presi il libro e lo
strinsi fra le braccia. Catherine fece una risata acuta e malvagia seguita da quella rauca e profonda ma
altrettanto malvagia del marito, Adam.
- Pensavi che bastava scappare con questo stupido per liberarti di noi? – ghignò Catherine – invece
ci avete reso tutto più facile! Ci è bastato seguirvi per trovarlo! – guardava il libro con una bramosia
che mi dava i brividi.
- Quindi era così vicino a noi – continuò Adam – perché non ci abbiamo pensato? – guardò la moglie
poi rivolse il suo sguardo verso di me – Dacci il libro!
- No mai! Non deluderò mai i miei genitori! – urlai con tutto il fiato e il coraggio che avevo in corpo.
- Siamo noi tuoi genitori Hope! – squittì indignata Catherine.
- Voi? State scherzando spero! – mi tremava la voce.
- Adam sono stanca di giocare con lei, forza!
Cominciarono a camminare verso di me ma io mi sentivo tranquilla perché pensavo alla barriera che aveva
fermato Gabriel che fermò anche loro. Ma con mio grande orrore vidi che Catherine con un gesto della
mano fece svanire quel velo invisibile che ci divideva. Sapeva usare la magia ero spacciata! Aveva capito i
miei pensieri perché si fermò per ridere di me e coinvolgere suo marito in quella situazione per lei
divertentissima. Strinsi forte il libro e comincia a parlare con lui o meglio a pregarlo:
- So che in te c’è magia, ti prego aiutami, o meglio aiuta te stesso, spero che il mio cuore sia
abbastanza puro e degno..
Sentii il volume tremare tra le mani, non riuscivo a tenerlo fermo, infatti sfuggì alla mia presa e levito
davanti a me e si aprì di colpo sotto lo sguardo incredulo di quei due manigoldi. Dopo di che le sue pagine
cominciarono ad illuminarsi talmente tanto da far luce a tutta la caverna. Ero un po’ intimorita ma anche
molto incuriosita così allungai la mia mano verso il libro che si lasciò accarezzare diventando ancora più
luminoso, qualcosa dentro di me mi diceva che era il mio amore per lui che lo rendeva ancora più magico.
Subito dalle pagine apparve una piccola sfera di luce celeste che venne velocemente verso di me e mi entrò
nel petto. Non sentii dolore ma comunque una strana sensazione, la luce del libro cominciò ad affievolirsi
ma non a sparire perché la sentivo dentro di me, il libro mi aveva donato il suo potere per proteggerlo, ma
come usarlo? Semplice! Non avevo letto milioni di storie per nulla, bastava un po’ di fantasia! Dovevo fare
qualcosa che colpisse loro ma non facesse del male a Gabriel che stava cercando di rialzarsi un po’ stonato
dalla botta presa in testa. Allungai la mano in avanti verso la cascata e immaginai di spostare l’acqua per
accerchiarli e bloccarli per qualche minuto per poter correre via e funzionò. Quindi cominciai a correre
aiutando Gabriel, ma poco dopo erano già alle nostre calcagna. Catherine fece tremare la terra e creò uno
squarcio nell’asfalto per fermare la nostra fuga. Basta! La dovevo affrontare non scappare! Allargai le
braccia e con la mente chiamai a raccolta tutte le piante che si trovavano li e le usai come corde per
incatenarli.
- Non avrete mai il libro! E’ una promessa!
- Tu non conosci il nostro potere! – gridò Adam.
- Quel libro è nostro! – strillò Catherine.
Ed entrambi con un'altra magia si liberarono dalla presa delle piante ridendo soddisfatti del lampo di
terrore che aveva attraversato i miei occhi. Unendo i loro poteri resero vivi tutti i cavallini delle giostre
circostanti e così una mandria di cavalli imbizzarriti correva verso di noi per travolgerci ma io con prontezza
creai un scudo che servisse allo stesso tempo per proteggerci e per distruggerli trasformandoli in tanti
pezzettini di plastica colorata sparsa per terra. Nel frattempo Gabriel era più stabile e riusciva a stare all’in
piedi ma nonostante era ancora debole cominciò a marciare verso i suoi pregandoli di smettere ma in tutta
risposta fu scagliato di nuovo a terra, triste, deluso e pieno di dolori mi guardò e mi disse:
- Hope! Devi ucciderli! Non si fermeranno mai!
- Gabriel…ma io..non posso farti questo..io non – balbettai.
- Loro non sono più niente per me! Sei tu la mia famiglia adesso! Uccidili!




Capii che aveva ragione, non c’era altra soluzione. Mi veniva difficile ma era una cosa da fare, per noi, per
l’intero pianeta. Ma come li uccidevo? Non avevo idee, avrei dovuto leggere qualche horror, sicuramente al
momento mi avrebbe aiutata. Guardai Gabriel per aver un aiuto, lui si sollevò da terra e mi disse di bloccarli
di nuovo. Così feci avanzare due querce secolari che si trovavano al centro del parco per incatenarli con i
loro robusti rami. Poi Gabriel uscì dallo zaino due coltellini che aveva portato con se per la ricerca e mi
disse:
- Io uccido lui, tu uccido lei! Un colpo dritto al cuore!
Feci di si con la testa e corremmo verso di loro che si agitavano fra i rami e piantammo le lame dei coltellini
nei loro cuori duri e avvelenati. Che brutta sensazione, ma era una cosa necessaria per quanto pesante.
Con la magia rimisi a posto “Cristal Park” e guarii la ferita sulla testa di Gabriel, poi ci incamminammo verso
i boschi li vicino per seppellire quei due scellerati. Poi tornammo all’auto, stanchi, impolverati, con l’amaro
nel cuore ma anche con la voglia di ricominciare. Una nuova vita ci aspettava perché eravamo una nuova
famiglia. Non più fratellastri ma fratelli. Una nuova generazione per proteggere il libro , che aveva
riconosciuto Gabriel come suo protettore, e nessuna famiglia che desiderava impossessarvi del mondo.
- Dobbiamo trovare un nuovo rifugio per il libro – dissi sorridendo a mio fratello.




PER VOTARE IL RACCONTO, OCCORRE METTERE MI PIACE ALLA RELATIVA FOTO, NEGLI ALBUM DELLE PAGINE FACEBOOK DI "SMARTLIFE" E  "L'AMORE PER I LIBRI". OGNI UTENTE PUO' INSERIRE FINO A DUE VOTI (SI RICORDA CHE VERRANNO CONSIDERATE SOLO LE PREFERENZE DEGLI ISCRITTI ALLE PAGINE).

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